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VICKY CRISTINA BARCELONA
(VICKY CRISTINA BARCELONA)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 18 ottobre 2008
 
di Woody Allen, con Scarlett Johansson, Rebecca Hall, Penélope Cruz, Javier Bardem (Stati Uniti, 2008)
 
Woody Allen esclusivo pittore di New York? È lui a dirlo (“l'humour ebreo della mia famiglia di Brooklyn e le abitudini dei residenti della Park Avenue dove abito; altro non so fare”), ma finge di sbagliarsi. Perché significa dimenticare quanto la sua straordinaria poetica debba all'Europa.

Flamenco e non più dixieland, fin dai titoli di testa di VICKY CRISTINA BARCELONA. Ed eccoci allora al termine di una escursione, assolutamente idealizzata, fra le due radici dell'ispirazione del nostro eroe. Dopo il concretismo, l'affarismo inglese dagli acuti decrescenti (MATCH POINT, SCOOP, SOGNI E DELITTI), il romanticismo veneziano o gli stralci del lungosenna parigino siamo alla passione. Esplosiva, in quanto evocata dalle architetture della città di Gaudi o dalle stradine più discrete di Oviedo. Incendiaria, perché provocata dalla bionda più irresistibilmente impulsiva in circolazione (Scarlett Johansson) o dalla deliziosa bruna, solo apparentemente razionale (la rivelazione Rebecca Hall) e così simile a tanti personaggi insoddisfatti di Woody stesso. Più la sola spagnola fra tutte, isterica e ovviamente appassionata Penelope Cruz; tutte a ruotare attorno alla virilità sfrontatamente tenebrosa di un irresistibile Javier Bardem. E non solo: perché in quello scambio magistrale di stereotipi, il quartetto fa più che lasciare alla fantasia altre, eventualmente più osate combinazioni.

Commedia solare e deliziosamente libertina dopo le nebbie nordiche; interpreti in stato di grazia? Certo: ma costruita con un'architettura di formidabile leggerezza su frustrazioni amorose, organizzate nel tempo e nello spazio con facilità meravigliosa. “Un cinema così appetitoso da indurci a leccare lo schermo” è l'ormai celebre definizione del New York Times di quello che si appresta a diventare uno dei maggiori successi di Woody Allen.

Dallo sfarzo di quella bionda e di quelle more, dai rossi sgargianti del maschio sopra le righe alle eclatanti dominanti ambrate della Spagna; è vero che l'amalgama degli stereotipi di comportamento sui quali da sempre (e volutamente!) si è costruita, l'inimitabile alchimia cinematografica di Woody Allen non si era mai espressa con tanta generosa, splendente sensualità.


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